Videoconversazioni su “L’ebreo inventato” – L’accusa di “deicidio”
Uno dei più forti pregiudizi antiebraici – in ambito cristiani, ma non solo – consiste nel ritenere gli ebrei in quanto tali, di ogni epoca e luogo, responsabili della morte di Gesù sulla croce, letta come “deicidio”, omicidio di Dio. La condizione degli ebrei nella diaspora venne interpretata come castigo divino, il cui primo segno sarebbe stata la distruzione di Gerusalemme a opera dei romani. Questa visione della colpa di Israele ha fatto decretare ai cristiani la fine di Israele come popolo di Dio e attribuire alla chiesa la qualifica di “nuovo e vero Israele”.
La riflessione avviata in seguito alla Shoah, sulla necessità di riconoscere e impugnare criticamente l’antigiudaismo cristiano, ha comportato la esplicita denuncia della totale infondatezza dell’accusa di una perenne responsabilità ebraica per la crocifissione di Gesù. I racconti della passione non possono essere utilizzati direttamente e immediatamente come fonti per la ricostruzione storica del processo di Gesù, ma devono essere sottoposti al vaglio della critica storica.
Daniele Garrone è pastore valdese, professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma, di cui è stato decano, e membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.