Il pensiero di Rachel Bespaloff non è sistematico e si diffrange in scritture diverse, dedicate ad altri pensatori.
Il primo libro pubblicato in vita è Cammini e crocevia (1938), che raccoglie saggi diversi su scrittori come André Malraux e Julien Green o filosofi come Nietzsche, Kierkegaard, Marcel e Šestov. Il secondo libro è il saggio che la rese celebre Sull’Iliade, un piccolo capolavoro di scrittura poetica in cui Bespaloff offre una magnifica lettura del poema omerico, interpretato in una originale confluenza con il pensiero ebraico.
Al cuore dei suoi interrogativi esistenziali è la questione della morte, l’angoscia che il baratro del non-senso porta con sé. Dinanzi al tormento dell’insensatezza Bespaloff elabora una poetica dell’atto creatore che si esprime attraverso una raffinata logica dell’istante, carica di risonanze messianiche. L’istante di redenzione è affidato alla poesia, alla musica, ai gesti di delicatezza di cui gli umani sono capaci soprattutto nel momento del massimo pericolo.
Un’etica del dire attraversa la sua opera, sempre sospesa tra l’orlo dell’abisso e un tenace, incancellabile amore per la vita.