Parashàt Tazria-Metzorà
Ogni giovedì Zeraim propone un pensiero sulla parashà della settimana a cura del direttore dell’Area Cultura e Formazione rav Roberto Della Rocca. Troverete qui anche il testo della parashà (il brano della Torà che si legge ogni sabato), insieme a interessanti materiali di approfondimento.
In questa pagina troverai anche la rubrica a cura di Micol Nahon “Horìm Uvanìm”, “Genitori e figli”, dedicato proprio allo studio di genitori e figli sullo stesso brano: un video da ascoltare e un racconto da leggere arricchito di midrashìm, seguìto da alcune domande per discutere e riflettere insieme.
La pagina ospita anche due rubriche kids e alcune pagine scelte da “La mia Torah”, le parashòt spiegate ai ragazzi, a cura di Anna Coen e Mirna Dell’Ariccia.
Shabbat Tazrìa
Secondo i Maestri la tzara‘at è una malattia della pelle conseguenza del peccato della maldicenza. Ad approfondire il collegamento fra tzara‘at e maldicenza, leshon hara‘, è il Chatam Sofer (rabbi Moses ben Samuel Sofer o Schreiber, 1762-1839) che propone un mirabile commento al versetto della parashà di Tazria nel quale collega i tre sintomi comuni della tzara‘at con i tre motivi che inducono le persone a parlare contro altre persone (Lv 13,12). La seeth (protuberanza): chi fa maldicenza la fa per innalzarsi e gonfiarsi rispetto agli altri; la sappachat (scaglia): nel fare maldicenza ci si associa (sippuach) e ci si uniforma a un gruppo per essere accettati; la baheret (macchia lucida): si fa maldicenza per discolparsi da qualcosa. Si tenta di chiarire (levaer) le ragioni del proprio atteggiamento per discolparsene e quindi si proiettano sugli altri alcune proprie responsabilità.
Parashat Metzorà
Il padrone della casa si recherà dal sacerdote e gli riferirà parlando così: “ In casa mi sembra che ci sia come una macchia”. (Lv 14,35)
Quando una piaga si abbatte sulle nostre mura domestiche si dovrà dire al Cohen: “Come una piaga mi sembra apparsa in casa”.
Rashì sottolinea che: “Persino se è un Saggio che sa con sicurezza che si tratta di una piaga, non stabilisca la cosa come certa dicendo: “Una piaga mi è apparsa”, ma dica piuttosto: “Come una piaga””.
Anche un Saggio non ha il diritto di dare nulla per scontato e di esprimere giudizi in solitudine. In una società sempre più globalizzata e nella quale lievitano profeti di certezze assolute, la Torà ci riporta a una saggezza per la quale si deve imparare a dire non lo so, imparare a domandare, imparare a non essere supponenti e arroganti.
Rav Dott. Roberto Della Rocca