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Tu-Bishvàt 5784

Il 25 gennaio 2024 sarà Tu Bishvàt, una ricorrenza conosciuta anche come Capodanno degli alberi ovvero Rosh hashanà laiilanòt.

Tu Bishvàt è una festa stabilita dai Maestri che non viene menzionata nel Tanakh. I Maestri ne parlano nella Mishnà e ne  discutono nel Talmùd Babilonese, nel trattato di Rosh Hashanà alla pagina 14a-b.

Perché Tu-bishvat capita in un periodo freddo e gelido come quello invernale? Perché le stagioni delle piogge in Israele finiscono proprio il 15 di Shevàt e la linfa del terreno umido inizia a circolare negli alberi e la frutta può iniziare a maturare. Il simbolo di Tu- bishvat infatti è l’albero del mandorlo che è il primo a fiorire in primavera.

Tu bishvàt (15° giorno del mese di Shevàt), il Capodanno degli alberi è l’ inizio della stagione primaverile in Eretz Israel. Con un mirabile  paradosso anche quegli ebrei che stanno vivendo i giorni più freddi dell’anno, sotto la pioggia e la neve,  attraverso il rito del Seder e della piantagione di alberi, si proiettano nella  percezione della fine dell’inverno e del  risveglio della natura che avviene  in  questo periodo in un luogo distante ma intimo al contempo. Una sensazione metereologica e corporale, caratterizzata da profumi e sapori , che sembra annullare le distanze spaziali e temporali. Un pò   come l’odore  di una persona amata che ci resta impresso  anche nella sua assenza. L’amore per la Terra d’Israele è d’altronde uno dei fondamenti del pensiero ebraico, il luogo in cui la natura divina si esprime in modo particolare, come è detto nella Torà, Devarìm: 11, 12:“….è il paese che l’Eterno, tuo Signore, ha sempre davanti agli occhi, che sorveglia in continuazione dall’inizio alla fine dell’anno….”. Il destino ebraico non potrà mai essere disgiunto da questi luoghi perché per il popolo ebraico è necessario avere un corpo oltre che  uno spirito . La kedushà   infatti si completa solo quando il mondo spirituale si congiunge alla vita naturale.

rav Roberto Della Rocca

PRECETTI:

Tu Bishvàt è considerata un giorno feriale. Da un punto di vista liturgico non vi sono aggiunte nelle preghiere, tuttavia, per sottolineare il carattere speciale della giornata, i Maestri hanno stabilito che non si dica Tacahnùn (raccolta di preghiere di supplica e di perdono) nè il 15 di shevàt nè il giorno prima a minchà; che non si tengano commemorazioni funebri nè si digiuna. Anche se non comporta mitzwòt (precetti) vere e proprie, Tu Bishvàt costituisce una data fondamentale per stabilire alcuni precetti: 1) essa è la data che separa un anno dall’altro i frutti dell’albero e costituisce così lo “spartitraffico” tra le decime di un anno e quelle dell’anno successivo. 2) Inoltre è importante per sapere quando si possono mangiare i frutti di un albero di un ebreo dato che si possono consumare solo i frutti maturati dopo il 15 di shevàt del quarto anno a partire dalla piantagione dell’albero.

USI:

Sebbene la festa non sia ricordata nel Tanakh, la tradizione ne ha fatto una giornata speciale in cui si rinnova il legame tra l’ebreo e la sua terra. Dalla fondazione dello stato di Israele la ricorrenza viene di nuovo celebrata nel paese come Chag Haneti’òt, ovvero Giorno della Piantagione degli alberi.

Inoltre si usa fare un vero e proprio seder in cui si celebrano i frutti e gli alberi che li hanno prodotti.

Il seder (o Tikùn) di Tu-Bishvàt fa parte di quegli usi divulgati dai cabbalisiti di Safed a partire dal 16° secolo in poi.

Si mangiano almeno 12 tipi di frutti delle specie che crescono in Israele e si bevono 4 bicchieri di vino come le 4 stagioni.

Durante il seder vengono recitate alcune berakhòt per benedire i frutti della terra e dell’albero e alcuni versi del Tanàkh.